Chiuso per oltre anni, lo stato di Kayah, ha recentemente aperto l’ingresso ai visitatori, sia via aerea che via terra.
E’ una delle ultime frontiere del sud-est asiatico, autentica e stimolante, la cui tranquilla capitale, Loikaw, fa da base per i visitatori.
Tutt’intorno i villaggi offrono l’opportunità perfetta per comprendere la tradizione tribale ed il loro modo di vivere.
Noto anche con il nome di Stato Karenni fino alla fine degli anni ’50, è abitato da varie tribù con una storia affascinante.
Il viaggiatore o il turista, possono scegliere se limitarsi a godere dell’ospitalità di queste splendide persone, o immergersi più profondamente nella vita locale, prendendo parte ad un serie di attività che sostentano anche il patrimonio culturale indigeno.
Lo stato di Kayah ospita nove distinti gruppi etnici, che si sono diversificati e si sono evoluti dalla cultura Karen.
I gruppi più grandi sono i Kayah, Kayan, Bre, Lahta e Yinbaw.
Molte tribù praticano ancora le loro usanze indigene, tramandate da secoli e si vestono con i loro costumi tradizionali.
I Kayah sono noti per il loro abbigliamento rosso brillante e gli anelli in ottone al collo.
Tradizionalmente animisti, il popolo di Kayah rendeva omaggio agli spiriti, attraverso vari rituali e cerimonie sofisticate conosciute come “Kayhtoboe”.
In cambio di protezione gli abitanti del villaggio offrivano animali e cibo.
I visitatori troveranno ad accoglierli, paesaggi lussureggianti, accoglienza, umorismo e tanta passione nella condivisione dei loro rituali, i loro mestieri e la loro musica.
Da un punto di vista naturalistico, superconsigliato il trekking nella foresta accompagnato dagli abitanti dei villaggi locali che ti faranno da guida.
Ogni viaggio offre ai visitatori l’opportunità di godere di rare esperienze culturali, nonché incoraggiare la gente del posto a continuare a preservare le usanze dei tempi antichi.
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