Il bacino del fiume Mekong ricopre un ruolo fondamentale per la vita delle numerose comunità che si affacciano sulle sue sponde.
Più di 60 milioni di persone si cibano dei suoi pesci, oltrechè ricoprire un ruolo fondamentale per il trasporto, la coltivazione di riso e l’agricoltura in genere.
Durante la stagione secca, quando il livello dell’acqua scende, gli abitanti si ritrovano un terreno molto ricco per piantare e veder crescere le loro verdure, prime su tutti fagioli e mais, che va a colmare la “mancanza” di pesce in questo specifico periodo.
Il fiume trasporta enormi quantità di sedimenti che si depositano nel suo imparagonabile delta, in Vietnam, che detiene il primato di essere una delle zone con la più alta produzione di riso al mondo.
Questi sedimenti contengono molte sostanze nutritive che contribuiscono all’elevata abbondanza di pesce nell’oceano al largo della costa del delta.
Il pesce è un’importante fonte proteica per gli abitanti dei villaggi, parliamo di circa 1,3 milioni di tonnellate di pesce all’anno, che corrisponde a ben quattro volte la cattura annuale nel Mare del Nord.
Come in tutte le cose, l’uomo è riuscito a rovinare quello che la natura aveva creato…
L’eccessiva pesca ha ridotto brutalmente la quantità di pesce, grosse reti e trappole di vario genere sono in grado di catturare grosse quantità di pesce, si arriva addirittura a pescare nelle risaie.
Non solo cibo, come dicevo, il mekong ed i suoi affluenti forniscono una rete capillare di collegamento tra Laos, Thailandia, Cambogia e Vietnam, tanto è vero che tra i quattro stati è stato siglato un accordo commerciale che ne consente la navigazione attraverso i rispettivi confini.
In tutto questo la Cina si sta inserendo prepotentemente, cercando di dragare le parti superiori del fiume in modo da renderlo facilmente navigabile, a discapito ovviamente dei locali, impauriti dal traffico di barche di grandi dimensioni che si creerà, senza dimenticare i danni che questa azione causa a ambiente ed animali.
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