Il Myanmar e le sue meraviglie
Dalla nostra esperienza di viaggi siamo assolutamente convinti di affermare che il modo migliore per visitare un paese è quello di viverlo giorno per giorno. Questo ragionamento però, comprendiamo, che è valido se non si hanno limitazioni di tempo.
Per questo motivo è bene programmare fin subito un’itinerario basato sulle cose che ognuno di noi vuole assolutamente vedere. Proponiamo una breve carrellata di attrazioni che potranno farvi perdere il respiro, nel paese dei sorrisi, il Myanmar.
La grande pagoda di Yangon
Shwedagon Zedi, la Pagoda Shwedagon, è uno stupa dorato alto 98 metri situato a Rangoon. Si trova sulla collina di Singuttara ad ovest del lago reale e domina la città dall’alto.
Per i Birmani è la più sacra in quanto al suo interno sono conservate le reliquie dei quattro Buddha, il sostegno di Kakusandha, il filtro d’acqua di Konagamana, un pezzo dell’abito di Kassapa e otto capelli di Gautama, il Buddha storico.
Area archeologica di Bagan
Nonostante estremamente turistico, Bagan è un posto sacro e spirituale e come tale va vissuto. Bisogna prestare molta attenzione ogni volta che si entra nell’area archeologica, ogni mattone caduto dai templi, scossi dal tempo e dai terremoti, ha un valore religioso.
I templi sono immersi nella vita quotidiana, vedrete abiti stesi ad asciugare, famiglie che abitano al loro interno, ci si può entrare e ci si può arrampicare, con l’attenzione di togliersi le scarpe ed i calzini e lasciarli fuori dal perimetro della costruzione.
I fedeli danno molto peso a questa formalità, comportarsi con rispetto è il primo passo verso questo splendido popolo, ricordiamoci che siamo ospiti in un paese estremamente spirituale e il non essere buddhisti non ci autorizza a comportarci diversamente.
Bagan è situata sulle rive del fiume Irrawaddy, ed ospita la più vasta e densa concentrazione di templi buddisti, pagode, stupa, e rovine del mondo, molte datate tra il XI e XII secolo.
Bagan ha tre città principali, New Bagan, nata nel 1998 quando gli abitanti furono espropriati e forzati a trasferirsi più a sud, Nyaung U ed Old Bagan.
Consiglio di affittarsi un’ e-bike, se ne trovano ovunque, e di perdersi tra i templi, camminare, entrare, curiosare, meditare, attendere il tramondo e svegliarsi al mattino presto per ammirare il sole nascere, non vi perderete, anche se tutti i cartelli con le indicazioni sono scritti in birmano e solo alcuni recano la traduzione in inglese sul retro.
Vi consigliamo di scaricare l’app maps.me che funziona anche offline, che oltre a mostrarvi tutti i templi, vi permette anche di capire come trovare la strada di ritorno
Giro in mongolfiera su Bagan
Il modo migliore e più suggestivo per ammirare gli 8.000 templi e pagode di Bagan, è quello di salire su una mongolfiera da 16 posti.
E’ un esperienza assolutamente grandiosa, si inizia il mattino presto, è ancora buio, un vecchio scuolabus ricondizionato vi verrà a prendere puntuale al vostro hotel e verrete portati all’area di partenza.
Breefing in inglese con i pilota, gonfiaggio dell’enorme pallone, tutti dentro la cesta e su, si prende il volo per ammirare il sole nascere tra i templi.
Noi ci siamo appoggiati a Baloons Over Bagan, prenotando dall’Italia per essere certi di avere il posto, al costo di circa 350 euro, compresa colazione con spumante frutta e pasticceria e certificato del volo firmato dal pilota.
Hsinbyume Pagoda di Mingun
La pagoda di Hsinbyume, nota anche come Myatheindan Pagoda, è un grande pagoda completamente dipinta di bianco, posta sul lato nord di Mingun, sulla sponda occidentale del fiume Irrawaddy .
La sua costruzione risale al 1816, per mano di Bagyidaw in memoria dellla Principessa Hsinbyume, morta di parto.
La Pagoda incompiuta di Mingun
Il Mingun Pahtodawgyi è un monumento che non è mai stato completato, si trova a circa 10 chilometri di Mandalay, nella regione di Sagaing.
Iniziata nel 1790 e intenzionalmente incompiuta.
Quando il progetto di costruzione fu abbandonato, la pagoda aveva raggiunto un’altezza di 50 metri, un terzo dell’altezza prevista, ma il terremoto del 23 marzo 1839 fece apparire enormi crepe sulla faccia della struttura rimanente, oggi è più un’attrazione che un sito religioso.
Pescatori danzanti del Lago Inle
Il lago Inle è già affascinante di suo, conquistarlo con due giorni di trekking è entusiasmante, ma sicuramente i pescatori danzanti sono l’icona distintiva.
I pescatori Intha, si spostano nei 22 km di lunghezza del lago su lunghe barche di legno a fondo piatto ed in movimento armonioso, quasi una danza, adottano una particolare tecnica di pesca figlia della loro tradizione.
Sono conosciuti in tutta l’Asia per il loro modo unico di remare, usando una gamba per tenere il remo al posto delle loro braccia, e durante la pesca stanno a poppa sul bordo, quasi in equilibrio, e danno l’impressione di poter cadere da un momento all’altro.
Se fate un giro in barca sul lago Inle, avrete modo di vederli e di fotografarli, se vi notano poi è buona abitudine ricompensarli.
Templi di Inn Thein Lago Inle
Di templi, la Birmania è ricchissima: ce ne sono di straordinari, per location e per architettura. Ma c’è un luogo che, nel cuore della giungla, ne nasconde a decine. E l’effetto è impressionante.
Nei pressi del villaggio di Indein, un paesino molto piccolo diventato famoso per questa attrazione, si trovano le Shwe Indein Pagoda, raggiungibili solo percorrendo uno stretto canale fluviale, e si possono contare 1600 stupa risalenti al 1100.
Villaggi galleggianti Lago Inle
Il lago Inle si trova su un altopiano nella la zona centrorientale della Birmania. L’altopiano è collinoso, coltivato a riso, fresco, ci si trova a quasi mille metri d’altitudine e prende il nome dalla popolazione che lo abita da un passato molto remoto, quello degli shan, il secondo gruppo etnico del paese dopo i bamar.
Si tratta di orti galleggianti, suggestive isole sull’acqua dove si coltiva verdura, gli orti sono molto fertili e restano ancorati al fondo grazie a pali di bambù e la particolarità è che non vengono mai sommersi dall’acqua perché, galleggiando, seguono le variazioni di livello del lago.
La roccia d’Oro di Kyaiktiyo
La Pagoda Kyaiktiyo, conosciuta anche col nome di Golden Rock, è il terzo più importante luogo di pellegrinaggio buddhista della Birmania. Si trova nello Stato Mon e si tratta di un piccolo stupa alto poco più di 7 metri costruito sulla sommità di un masso di granito ricoperto da numerosi strati di foglie d’oro attaccate dai devoti.
Siamo arrivati a Kinpun in scooter ed abbiamo atteso l’arrivo del camion che carica i fedeli e per una strada impervia, affronta una salita vertiginosa fino ad arrivare ai piedi della pagoda.
E’ un luogo che mi ha trasmesso moltissima devozione, tanti pellegrini salgono ogni giorno ad attaccare le foglie d’oro per guadagnare meriti, forse è proprio questa la cosa che colpisce di più, rispetto alla pagoda in se.
Le Donne Giraffa (Kayan People)
I Kayan sono una etnia della popolazione Karenni, una minoranza di lingua tibeto-birmana. Nel 1990 a causa di un conflitto con il regime militare birmano, molte tribù si sono rifugiate in Thailandia.
La particolarità di questo popolo, sono le donne che dal collo allungato, all’età di 5 anni si iniziano a portare, dopodichè la lunghezza del collo è una scelta soggettiva.
Alcune scelgono di avere pochi anelli per tutta la vita, senza aumentare la lunghezza, altre invece si spingono fin dove è possibile. Naturalmente l’allungamento avviene in modo graduale. Servono parecchi anni, anche una vita intera, per raggiungere certe lunghezze.
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