Myanmar: pettegolezzi di un popolo stupendo
Dopo un succulento nay-le-za (pranzo) a base di t’amin e verdure, stavamo proseguendo il nostro giretto in cerca di angoli caratteristici tra gli splendidi templi di Bagan, quando sento una voce sconosciuta che si avvicina. Era un simpatico ragazzo birmano, con il mio marsupio in mano… l’avevo dimenticato sul tavolo del ristorantino sulle rive dell’Irrawaddy… che sbadato!
Se vi state chiedendo quindi se è sicuro vivere la Birmania, la risposta la trovate nelle righe qui sopra.
Aldilà del popolo assolutamente mite e pacifico, la legge che tutela il turista è molto chiara e dura, sentitevi quindi tranquillissimi, passeggiate liberamente e godetevi ogni attimo.
Volete vederli sorridere? Salutateli con un bel ming-guh-la-ba, che si pronuncia “minglaba”, e ringraziateli dicendo jay-zu-ding-ba-de, gesudinbadè (abbreviato gesubè), ricambieranno con estrema gioia ed euforia, piccole accortezze che riempiono il cuore, il vostro ma soprattutto il loro.
Penso di essere stato preso in giro dalla maggior parte degli uomini Birmani per come indossavo il Longyi, proprio non mi riusciva di fare il nodo per bene, e per bene si intende che non ti cascasse al primo passo, è stato piacevole vederli all’opera per sistemare per bene il mio capo.
Anche Bea ha avuto il suo bel da fare con il gaung baung, il turbante che avvolge i capelli delle persone di ogni età, ma lei è più portata di me in queste cose, e dopo qualche dritta iniziale, non ha avuto particolari problemi.
Perchè si colorano il viso?
In realtà non serve per distinguere le etnie o qualche strana tradizione, viene usato per proteggere la pelle dal sole, si tratta di una sostanza ricavata dalla corteccia dei rami della Limonia acidissima e si chiama Thanakha, potete comprarlo allo zei (mercato) e saranno molto felici di potervelo spalmare sulle guance.
Descrivere queste emozioni, credetemi, non è facile, posso solo accompagnarvi alla scoperta di questo splendido popolo.
Leggi il mio articolo, capirai se e è il periodo giusto …
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